Informazioni personali

La mia foto
AZUR è presente e attiva sul mercato da più di 35 anni. Situata tra le verdi vallate del Chianti, è una tra le maggiori aziende in Italia nel campo degli arredi per la Prima Infanzia. Realizzare cose belle, utili, che possano essere funzionali alle esigenze delle mamme e accogliere, in piena sicurezza e in grande armonia, i primi passi del bambino è la nostra mission. Creatività, artigianalità, amore per il bello. AZUR in questi anni ha raccolto le sfide di un mercato in continua evoluzione ed è cresciuta rinnovandosi continuamente e creando sempre nuove linee di prodotti. I prodotti a marchio AZUR e il “segreto” che li anima sono a disposizione nei 600 punti vendita sparsi sull’intero territorio nazionale. AZUR distribuisce i prodotti a marchio BEABA e BEBECAR sul territorio nazionale.

venerdì 28 maggio 2010

L'Educazione - terza parte




La scuola e l'adolescenza
Concludiamo con con questo terzo articolo la trattazione del tema dell'educazione come proposto dell'Abate Sebastian Kneipp nel libro dal titolo "La cura Kneipp" pubblicato da "La casa verde". Così Kneipp tratta il tema della famiglia, della scuola e dell'adolescenza...
La prima scuola: la famiglia
Per il parroco Kneipp: «Tutta la vita è una scuola; giorno per giorno ognuno va a questa scuola, giorno per giorno ciascuno può imparare ed esercitarsi e tutto ciò dura fino alla morte. Felice colui che è capace e si sforza di fare proprio ciò che è utile, salutare e necessario».
L'uomo nella vita può apprendere il bene o il male: felice colui che segue solo la scuola del bene.
La prima scuola è la casa paterna.
Il bambino infatti è in tutto simile a un seme, non si vede a che grossa pianta può dare origine. Come il corpo di un bambino è minuscolo in confronto a quello di un adulto, così è piccola anche la sua mente in confronto a quella di un uomo; tuttavia appena incomincia a parlare egli non si accontenta di osservare la realtà, ma inizia ben presto a porre domande riguardo a essa.
I suoi primi maestri sono i genitori, a cui lo sguardo dei piccoli è sempre rivolto. I genitori non devono dunque accontentarsi di istruire il bambino con le parole, ma devono insegnare con l'esempio qual è la via da seguire e come ci si deve comportare. È istintivo per i bambini cercare di assomigliare ai genitori, dai quali essi apprenderanno facilmente a distinguere il bene dal male, a credere nei valori universali e nell'attività lavorativa che allontana la noia, i vizi e la miseria. L'insegnamento dei genitori, infatti, è il più caro e penetra in profondità nei giovani cuori.
Dopo aver insegnato ai figli a conoscere Dio e ad adeguarsi alle sue leggi, i genitori devono istruire i bambini riguardo al valore del lavoro. È cosa innata del resto nei piccoli il voler lavorare; quando vedono i genitori impegnati in qualche compito i bambini desiderano istintivamente imitarli. Da qui l'enorme importanza dell'esempio. Non si deve naturalmente pretendere che i bambini nei primi anni di vita si assumano responsabilità eccessive, in quanto fatiche protratte e difficili li intristirebbero ed essi non potrebbero crescere sani e robusti.
Occorrerà inoltre che i genitori insegnino ai propri figli la necessità di sopportare con coraggio le sofferenze della vita, qualora non sia possibile allontanarle, e anche in questo compito riveste grande importanza l'esempio, l'atteggiamento che gli adulti, assumono di fronte alle inevitabili difficoltà della vita.
I genitori hanno il compito di vegliare sui propri figli, senza opprimerli, e di evitare, per quanto possibile, che vengano in contatto con persone che potrebbero avere verso di loro comportamenti antieducativi.
Una buona educazione darà sicuramente frutti gioiosi per i genitori come per i figli, porterà gioie e consolazioni; mentre un'educazione mal riuscita genererà giovani scontenti di sé, che procureranno dispiaceri anche profondi ai genitori, ai quali amareggeranno e addirittura abbrevieranno la vita.
La seconda scuola
I bambini prestano attenzione per un tempo breve, poi si annoiano, ma il loro interesse viene prontamente destato da un nuovo argomento. Per natura infatti i giovani sono avidi di sapere, vogliono imparare e imparano con gioia, ma quando mostrano con il loro comportamento che non riescono a seguire la lezione è inutile insistere nell'impartirla: sarebbe tempo sprecato.
Durante il periodo scolastico l'educazione a casa deve naturalmente proseguire: ai ragazzi andranno richiesti piccoli doveri, non troppo gravosi, che si imparano in tenera età o mai più. I ragazzi di questa età non devono solo assistere al lavoro dei genitori, devono anche impararlo e seguirlo.
A circa sei anni incomincia per i bambini la seconda scuola, ove vengono istruiti in quegli argomenti la cui conoscenza è richiesta nella vita. La prima e importantissima educazione che viene impartita a casa deve solo essere continuata ed estesa da questa seconda scuola, che dovrebbe condurre il ragazzo a un livello di cultura tale per cui egli sia in grado da solo di continuare a istruirsi e coltivare i suoi interessi. Ciò non avverrà se si pretenderà in ambito scolastico più di quanto gli allievi sono in grado di dare.
Una buona scuola non dovrebbe richiedere uno sforzo eccessivo ai ragazzi, non dovrebbe essere vissuta come un peso, dovrebbe al contrario entusiasmare e costituire un momento di felicità. Solo in tal modo, sostiene il parroco Kneipp, il desiderio di conoscenza verrà accresciuto.
Coloro a cui viene richiesto uno sforzo troppo gravoso, infatti, desiderano solo disfarsi del peso che sopportano e rifiutano colui che lo impone.
Spesso i programmi scolastici sono troppo vasti e richiedono una costanza nell'applicazione che in età giovanile è facilmente assente. Per i ragazzi è già una fatica resistere per alcune ore seduti e dopo un po'di tempo non sono più in grado di prestare attenzione alle spiegazioni: a questo punto ogni insegnamento è vano e ciò che comprendono è solo la grande noia.
La scuola degli adolescenti
Gli anni della fanciullezza somigliano ai bei giorni di primavera che ben presto scompaiono; segue un'altra epoca che porta nuovi doveri. Negli anni dell'adolescenza l'esperienza degli adulti deve venire in aiuto ai giovani che fino a ora erano timidi e stavano volentieri vicino ai genitori, mentre ora vogliono aprirsi verso il mondo, vedere tutto, udire tutto e avere relazioni più estese.
È questo un momento delicato in cui i genitori devono stare particolarmente vicini ai figli, non per opprimerli ma per proteggerli. Un bravo genitore deve badare con particolare cura in questo periodo alle relazioni che i figli intrattengono, in quanto è questo il momento in cui s'imposta la propria esistenza, si decide se scegliere la via dell'umiltà o quella della superbia, se prediligere la semplicità oppure la vanità, le virtù o i vizi.
Come i giovani alberi che si piantano in giardino per crescere bene hanno almeno inizialmente necessità di un fermo sostegno e di corrette potature di formazione, così i giovani devono trovare nei genitori il loro sostegno. Come gli alberi vengono rovinati dal vento, se viene a mancare loro il sostegno, così i giovani si perdono facilmente se viene mancare loro una guida sicura.
Questi anni giovanili infatti sono pericolosi almeno quanto sono belli e occorre che i genitori siano vigili e non si facciano travolgere dall'affetto ma riescano a vedere la realtà. È importante prevenire comportamenti sbagliati e accorgersi immediatamente se un giovane imbocca una cattiva strada, perché in seguito è ben difficile riuscire ad aiutare chi si è messo nei guai; infatti, quando la via imboccata è quella sbagliata i ragazzi in breve tempo divengono ostinati e insensibili a qualunque consiglio ed è quindi estremamente difficile prestare loro aiuto.
In ogni famiglia valida si insegnerà ai ragazzi ad apprezzare un tipo di vita semplice, a ricercare solo ciò che è utile e necessario, lasciando da parte la vanità e il lusso.
Si devono impartire prima gli insegnamenti essenziali: non vanno mai trascurati l'amore per la pulizia, la semplicità di vita, la moderazione e la parsimonia, in quanto chi è stato allevato secondo questi principi saprà trarsi d'impiccio in qualunque situazione, adattandosi a quello che la vita richiede.
La religione inoltre, se profondamente impressa nell'animo, sarà una forte consolazione in tutti i momenti cupi dell'esistenza.

lunedì 3 maggio 2010

L'autostima

Come far crescere l'autostima in famiglia
L'autostima è l'idea, l'immagine che ciascuno ha di se stesso. Ogni persona la costruisce negli anni, fin da quando è bambino con ciò che i genitori, i nonni, i maestri e compagni dicono di noi.
Per cercare di chiarire cosa significa autostima, partendo dall'etimologia, troviamo che il verbo stimare, derivante dal latino aestimare, significa valutare, nella duplice accezione di "determinare il valore di" e "avere un'opinione di". Da questo punto di vista il concetto di autostima racchiude in sé il come ciascuno vede sé stesso, come si giudica e che tipo di valore si attribuisce.
Penso che a tanti di noi sia capitato di fare dei propositi per la giornata e spesso accade di disattenderli ricadendo negli stessi errori che il nostro carattere ci porta a commettere. Quale soluzione quindi?
Gli psicologi sono concordi nell'affermare che per riuscire veramente ad amare è necessaria prima di tutto una "capacità di stare in piedi da soli", in ogni situazione, senza appoggiarsi ad alcuno. Bisogna essere una persona già completa in sé, autonoma. Ciò non significa certo che non abbiamo bisogno degli altri in quanto siamo esseri relazionali che crescono, vivono e maturano attraverso le relazioni. Spesso però ci capita di amare con secondi fini, soprattutto con lo scopo di essere riamati. L'amore invece dev'essere gratuito e disinteressato. Se saremo pronti a prendere sempre l'iniziativa, se riusciremo a perdonare e ricominciare subito, amare sarà sempre di più un gesto gratuito e sempre più spontaneo.
"Amare in questo modo non è facile. Tutto dipende dal tipo di stima che abbiamo di noi stessi, dal valore che attribuiamo alla nostra persona, dal grado di sicurezza che possediamo. Se è basso, tenderemo a difenderci anziché a donarci, ad avere bisogno dell'altro per la nostra sicurezza e quindi ad amarlo non per ciò che è, ma per ciò che è capace di darci. Più la persona ha una propria identità, più è capace di donarsi in modo gratuito; più ha fiducia più è sé stessa, più ha fiducia nelle capacità dell'altro. Solo da una vera umiltà può fiorire la consapevolezza del valore della nostra persona."
"La stima di sé si struttura in gran parte nei primi anni della vita; dipende molto se in quegli anni ci siamo sentiti amati dai genitori per ciò che eravamo e non per ciò che essi si aspettavano da noi. A volte, purtroppo, l'educazione è basata sul principio: «Se mi ubbidisci e se vai bene a scuola, ti voglio più bene». Invece un padre che sostiene il figlio nel perseguimento dei suoi obiettivi, lo aiuta a costruire la sua sicurezza, gli regala forza ed energia. Anche quando i genitori sono costretti a dare una punizione, dovrebbe sempre venir fuori che, nonostante tutto, l'amore per i figli non subisce variazioni. Come l'amore di Dio, che mentre ci accoglie per ciò che siamo, ci spinge a non fermarci e andare sempre avanti."
E' importante quindi come si trattano i figli soprattutto nei primi anni di vita, ciò determinerà la loro autostima e maturazione psicologica. Per crescere un figlio con una buona autostima è necessario prima di tutto che entrambi i genitori la abbiano maturato dentro di sé.
"Amare costa fatica: un saluto mancato, una scarsa delicatezza bastano a mandarci giù, un'idea diversa dalla nostra fa traballare la nostra sicurezza e ci sentiamo rifiutati. Un rimprovero ferisce il nostro orgoglio e facciamo fatica a ricominciare. Qualunque sia la situazione, bisogna crescere nell'autostima, specie quando avvertiamo che essa è un po' traballante e ha bisogno di puntelli, stimoli, apprezzamenti ed elogi. Anche in coppia. Non è necessario, tra l'altro, fare sempre tutto insieme; può essere a volte importante fare attività diverse, se queste ci gratificano e aiutano a superare le tensioni quotidiane. Un incontro, una meditazione, un libro, un'attività sportiva, tutto può aiutare a crescere, ad acquistare sicurezza e, di conseguenza, ad amare meglio. A volte basta poco, come, per esempio, valorizzare il positivo: «Come hai parlato bene stamattina, che bel vestito hai comprato, come sei brava a riordinare la casa!». Specialmente nella coppia. Quando ci viene la tentazione di vedere solo i difetti dell'altro, facciamo subito l'esercizio di elencare anche i suoi lati positivi. Se non li vediamo, è certamente colpa nostra, perché non esiste persona al mondo che non abbia almeno un lato positivo. È importante imparare a non essere avari di complimenti e conferme. Questo vale sempre, in qualsiasi tipo di rapporto, da quello familiare a quello lavorativo. Non cominciare mai dal negativo, ma sempre da quel poco o molto di positivo che riscontriamo nell'altro."
Solamente facendo così si potranno avere genitori responsabili e maturi che saranno in grado di crescere uomini veri.
Per un approfondimento Città Nuova n.7/2010 pp. 52-54