La speranza che crescano incentivi e tutele per le famiglie
Nelle recenti settimane abbiamo seguito con
attenzione le notizie relative alla conciliazione
di famiglia e lavoro per le mamme italiane.
Purtroppo non sempre quello che sentiamo è
positivo come vorremmo. La Regione Lombardia ha dichiarato, ad
esempio, che ormai da cinque anni si sfiorano le cinquemila
dimissioni l'anno nel primo anno di età del bambino.
Nel 2011 si sono dimesse 4.468 donne e 5 uomini e, a livello
nazionale, le statistiche affermano che il 43% delle neomamme ha
cambiato lavoro, lo ha lasciato oppure ne ha ridotto l’orario.
Nel contempo, la crisi
occupazionale spinge le donne a difendere il proprio
posto con le unghie e con i denti poiché, chi si dimette, ha poi
scarse possibilità di trovare una nuova occupazione. Ecco che il
risultato frequente è la rinuncia a
vivere l’esperienza della maternità.
Le cause di questa critica situazione socio-
economica sono molteplici e, a complicare e a segnare le scelte delle
famiglie, si aggiungono gli elevati costi degli asili
nido privati, la difficoltà di accedere all’ammissione
dei bimbi negli asili pubblici, il costo delle baby-sitter,
la lontananza o l’assenza deinonni e di altri
familiari disponibili a seguire i bambini di genitori lavoratori.
Inoltre, moltissime mamme hanno una professione
autonoma, quindi ancor meno tutele e
benefici, e i congedi di paternità sono un’eccezione.
Le grandi imprese sono quelle che continuano a offrire maggiori
possibilità di riuscire a conciliare famiglia e lavoro – non
ultima, la possibilità di istituire asili nido
aziendali – mentre, nel commercio nascono ulteriori
criticità a causa dell'estensione degli orari nella grande
distribuzione.
Scavando, qualche bella notizia c’è.
Ad esempio, la reale condivisione della cura dei figli tra i due
genitori: 8 donne su 10 dichiarano di avere un partner
collaborativo.
Chi ha analizzato da vicino il fenomeno ha
rintracciato tre identikit di mamme-tipo: le mamme felici(29%),
le più giovani e con partner molto disponibili, maggiormente
soddisfatte del lavoro e con una maternità ben accolta; le
mamme acrobate (33%) con lavori più
stabili, redditi più alti ma orari più pesanti; le
mamme sfiduciate (purtroppo in numero
maggiore con il 38%) con problemi sia nel lavoro, precario e poco
soddisfacente, sia nella cura del proprio figlio.
In conclusione, accenniamo alle recenti novità in
materia di riforma del lavoro che
riguardano anche mamme, papà e occupazione.
Arriveranno i voucher da richiedere
all’Inps per sostenere la spesa
dei servizi di baby-sitting: si avrà diritto
di chiedere la corresponsione dei voucher dalla fine della maternità
obbligatoria per gli undici mesi successivi, in alternativa
all'utilizzo del periodo di congedo facoltativo per maternità e la
cifra sarà modulata in base ai parametri Isee della famiglia.
Viene poi esteso ai tre anni di vita del bambino
il periodo entro il quale le dimissioni della lavoratrice o del
lavoratore devono essere convalidate dal servizio ispettivo del
Ministero del Lavoro per poter essere efficaci. Per quanto riguarda i
papà, viene introdotto l'obbligo del congedo di paternità
per 3(soltanto!) giornate consecutive entro
i primi cinque mesi di vita del bambino.
Fonti:
Per informazioni utili:
Come aprire un asilo nido aziendale:
requisiti, costi e consigli
praticihttp://www.mammeacrobate.com/e-ancora/diritto-e-questioni-fiscali/899-come-aprire-un-asilo-nido-aziendale-requisiti-costi-e-consigli-pratici.html
I benefici fiscali per le
mamme: http://www.donnamoderna.com/mamme/maternita-e-lavoro/benefici-fiscali-mamme-lavoratrici