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giovedì 15 aprile 2010

L'Educazione - seconda parte


I doveri dei genitori
Riportiamo la seconda parte dell'articolo iniziato il mese scorso, tratto dal libro "La cura di Kneipp".
«Tutto quello che è giovane è allegro e vivace, gli uccelli nell'aria come gli animali nei campi. Anche nei bambini l'allegria è innata ed essi saltellano volentieri. La vivacità infantile è la prova più chiara della salute dei bambini.» Queste le osservazioni di Sebastian Kneipp, che continua osservando che finché sono molto piccoli i bambini si stancano presto, in quanto le loro forze si esauriscono velocemente, ma dopo un breve riposo torna in loro di nuovo il vigore.
Egli proclama: «Nessuna cosa è tanto necessaria alla gioventù come il moto e nessuna reca ai giovani maggior danno del rimanere seduti troppo a lungo».
Ai bambini va dunque concesso di trascorrere molto tempo all'aperto; essi, non appena imparano a fare qualche passo, corrono presto alla porta per uscire, tanto in estate quanto in inverno, e quando vengono ricondotti a casa non mancano i pianti. .
Aria libera e movimento sono un abbinamento ottimo; estremamente salutare, ma ogni gioco deve avvenire sotto la sorveglianza di un adulto, perché i pericoli sono in agguato quando la fantasia non ha controlli. I bambini infatti si interessano a tutto ciò che li circonda, anche se, di solito, perdono presto l'entusiasmo e vanno in cerca di novità.
Il movimento all'aperto risulta sano perché favorisce l'appetito, il buonumore e il corretto sviluppo fisico e mentale; i piccoli, dice Kneipp, non sono nati per crescere in ambienti chiusi, ove si intristiscono e perdono allegria e vigore. Il miglior regalo che si può fare loro è farli vivere in una casa che disponga di un giardino soleggiato, ove possano correre fino a stancarsi.
I giochi infantili vanno considerati come un esercizio utile a predisporre il corpo al futuro lavoro e a renderlo più resistente.
E davvero misero lo stato di quei fanciulli che devono stare rinchiusi in una stanza perché non hanno un cortile o un prato ove possano correre e saltare, respirando nel contempo dell'aria fresca e pura. Essi vanno commiserati, perché si spengono a ogni gioia della vita, diventano spesso nervosi e non possiedono lo stato d'animo allegro e spensierato che è tipico della fanciullezza.
Le famiglie che abitano in città, se vedono i propri figli intristire, mangiare poco, giocare meno, essere insomma poco vitali, anziché chiamare il medico perché prescriva ogni volta una medicina diversa dovrebbero semplicemente portare per qualche mese i bambini in campagna e quivi farli vivere liberamente, il più possibile all'aperto, ove possano camminare scalzi, bagnarsi nei ruscelli e bere frequentemente piccole quantità di latte. Dopo tre o quattro mesi si meraviglierebbero dell'incredibile cambiamento avvenuto.
Chi non ha questa possibilità dovrebbe nutrire i propri figli seguendo le regole esposte, evitare che cadano preda della mollezza, dimenticare gli alcolici e i cibi speziati, arieggiare ogni giorno accuratamente l'abitazione e offrire ai ragazzi l'opportunità di fare dei bagni interi o dei mezzi bagni.
Anche la ginnastica può risultare molto utile per mantenere e aumentare le forze, ma gli esercizi devono essere commisurati alle reali potenzialità, per non risultare nocivi alla salute.
Kneipp sostiene che svolgere un lavoro manuale all'aperto, o compiere escursioni a piedi, può essere una valida alternativa alla ginnastica. Il camminare di buon passo viene purtroppo molto trascurato, invece andrebbe rivalutato, in quanto è un ottimo esercizio in grado di elevare lo spirito mentre rinvigorisce il corpo.
Non dimentichiamo infine l'esercizio fisico svolto in acqua: camminando a piedi nudi, se si è deboli, o nuotando, se si è robusti, ci si rinvigorisce e si aumenta il calore naturale del corpo.
Di grande importanza per mantenersi in buona forma fisica è anche il godere di ore di riposo sufficienti: chi lavora a tarda sera lo fa a suo danno.
Perché corpo e mente possano godere i vantaggi di un buon sonno è bene attenersi a semplici norme come l'andare a riposare sempre alla stessa ora e il dormire in una stanza silenziosa, bene arieggiata e poco riscaldata. .
È importante inoltre che le madri si assicurino che i loro figlioli respirino aria pulita di notte come di giorno: l'aria degli ambienti in cui si vive va cambiata quotidianamente, altrimenti si rischia che i muri trattengano umidità. Alcuni bambini vengono rovinati dai genitori che li nutrono in modo inadeguato, altri perché sono resi deboli dalle eccessive mollezze, altri ancora perché hanno genitori che dimenticano che i piccoli vanno vestiti con grande semplicità, in modo adeguato alla stagione.
Quando un tempo i bambini indossavano solo lo stretto necessario, non temevano il freddo dell'inverno o il caldo dell'estate. Non va mai dimenticato che il corpo va indurito e che ciò si ottiene esponendolo all'aria.
È bello dunque lasciar scoprire i bambini, quando lo desiderano, e non coprirli mai troppo.
Ecco che cosa pensa il parroco Kneipp riguardo all'abbigliamento dei più piccoli: «Lasciateli andare come essi desiderano, se sentono freddo state sicuri che trovano subito una stanza ove riscaldarsi.
Lasciateli camminare scalzi sull'erba, almeno il mattino e la sera, o, se questo non è possibile, per esempio nella brutta stagione, fateli camminare scalzi sul pavimento; lasciate che siano essi a chiedervi le calze e le scarpe: osserverete quanto si trovano bene scalzi».
In questo modo, e tramite i bagni, il corpo verrà temprato e diverrà forte e robusto; sarà così pronto a sopportare il freddo dell'inverno come il calore estivo.
«Non vi è per la gioventù maggior felicità d'una perfetta salute e con questa si eviteranno molte miserie della vecchiaia.».

sabato 3 aprile 2010

La separazione nel matrimonio: soluzione o ripiego?


Carissimi lettori del Blog Azur,
in questo intervento vi proponiamo un tema che riguarda, non solo i bambini, ma la coppia nel suo legame matrimoniale. Lo spunto viene dalla domanda di una lettrice della rivista Città Nuova che in una sua lettera così scrive alla redazione:"Io e mio marito discutiamo spesso davanti ai nostri figli piccoli e tante volte non riusciamo a capirci. Ognuno dei due resta sulle sue e poi si sfoga con parenti e amici. Più di una collega mi ha detto: "Ma chi te lo fa fare di sopportarlo? Se ti separi i figli soffrono meno e ci guadagni pure economicamente!" Sono combattuta tra tanti sentimenti."
La risposta è di Letizia Grita Magri.
Nella mentalità corrente, affrontare le difficoltà e gli imprevisti della vita di coppia è una battaglia persa. Chi oggi è coniugato o chi si prepara al matrimonio percepisce la possibilità di separazione e di divorzio come una conquista sociale, un sacrosanto diritto individuale. Ci sono situazioni gravi di conflitto familiare che suggeriscono rimedi estremi; ma quello che è svuotato di senso è il valore del legame tra due persone che almeno una volta si sono scelte e magari hanno dato la vita ad altre creature. Si dice: che senso ha continuare a litigare ogni mattina per le solite incomprensioni? E perché dovrei continuare ad aspettare che si decida a condividere gli impegni della casa e dei figli? É se lui (o lei) non mi piace più, perché non accettare le proposte di quel collega (o quella collega) che mi stima tanto?
È la ricerca assoluta della propria realizzazione, senza l'ostacolo delle aspettative e delle pretese di nessun altro; come se la natura umana, orientata alla relazione, non si realizzasse proprio nella costruzione di un "noi", che si esprime prima di tutto nel rapporto tra marito e moglie. Il ridimensionamento delle proprie ragioni, la valutazione ragionevole di eventuali cause oggettive (lavoro?) o soggettive (salute?), il realismo di fronte all'infatuazione per quell'altro/a, l'aiuto di persone o coppie esperte e competenti, possono essere passi necessari a recuperare stima reciproca e voglia di ricominciare.
Si dice anche: per i figli è meglio una buona separazione che un cattivo matrimonio. Purtroppo l'esperienza professionale di psicologi e matrimonialisti dimostra che la ferita della separazione dei genitori produce gravi danni.
Mi domando piuttosto: se i figli sperimentano che, nonostante le incomprensioni di cui sono testimoni, è ancora possibile il dialogo, il rispetto, l'ascolto delle ragioni dell'altro, non sarà che maturano una certa speranza che c'è un futuro da costruire? E poi, non illudiamoci: capita in tutte le migliori famiglie il momento di crisi, di delusione, di incomunicabilità. Mi racconta Marina, sposata da trent'anni: "Quando mio marito è andato in pensione, stava a casa tutto il giorno e mi sono trovata a litigare con lui per l'uso dell'unico computer di casa. "Ma devi proprio starci tutto questo tempo?" gli dicevo. Ho dovuto fare uno sforzo per smettere di giudicarlo. Alla fine abbiamo affrontato e risolto insieme il problema. Da allora condividiamo anche l'impegno come volontari in una onlus".
Quando nella coppia si cerca la via del dialogo, anche se lì per lì sembra di rimetterci, alla fine si scopre che tutti ci hanno guadagnato.
Tratto da Città Nuova n. 22 - 25.11.2008 www.cittanuova.it