Si sa che nello sviluppo del linguaggio esistono
altissime variabilità individuali, ma si possono rintracciare
delle precise tappe nella capacità di comunicare verbalmente. Il
linguaggio parlato è certamente la forma più evoluta di
comunicazione, ma non è l'unica: il pianto, le grida, le variazioni
di intonazione, i gesti, gli sguardi, i sorrisi sono tutti
comunicazione ed espressione. Fin dalla nascita si instaura tra il
bambino, la mamma e tutte le persone che lo circondano un ciclo
comunicativo definito “periodo prelinguistico”. Il
culmine di questo processo è la “prima parola”, un
momento importantissimo della sua crescita e, pertanto, desiderato e
poi accolto con profonda gioia.
Dai 6-7 mesi, indicativamente, il
bambino inizia a riconoscere le caratteristiche dei suoni del suo
ambiente e quindi ad uniformare le proprie espressioni a quelle dei
genitori. Così, iniziano a comparire i primi vocalizzi e i primi
suoni che assomigliano a delle consonanti. In questa fase il
bimbo ama auto-ascoltarsi e imitare quello
che sente. Nel contempo, il bambino fa altri progressi importanti per
la comunicazione: inizia a voler afferrare gli oggetti, reagisce in
modo diverso ai suoni, ai rumori, alle voci, alle luci e alle
carezze. Inoltre, avvengono cambiamenti fisici come la variazione
della dimensione della testa e del collo e la laringe che inizia ad
abbassarsi in modo da lasciare più spazio alla lingua. Tutto questo
porta alla fase successiva, quella della “lallazione”
ossia della produzione ripetuta di sillabe.
Le sequenze di suoni, dalle più semplici alle più
complesse, sembrano non avere un significato linguistico preciso
eppure esprimono vari stati emotivi, grazie al
ritmo e alla melodia dei suoni. Non dobbiamo “sforzarci”
di trovare un significato in quelle sillabe, piuttosto
possiamo giocare con il bambino e i suoi
suoni. Durante questo periodo, infatti, il bambino aumenta anche le
proprie capacità imitative, si diverte a provocare in quanto
maggiormente consapevole del contenuto emotivo del linguaggio adulto.
Verso la fine del primo anno di
vita le produzioni vocali del bambino diventano sempre più
intenzionali e ricche di significato. La “parola” è
segnalata dalla coerenza tra il suono emesso e il significato
attribuito, espresso e ripetuto. Questo avviene dopo che il
bambino ha accumulato “esperienze sensoriali” con gli oggetti e i
fatti che lo circondano.
In genere, tra i 12 e i 15 mesi il
bambino usa le prime parole sia per denominare sia per chiedere e dai
24 mesi inizia ad usare le prime
combinazioni spontanee di parole, diminuendo l’uso dei
gesti per indicare.
Proprio in questi giorni, un
gruppo di ricercatori americano ha pubblicato un lavoro,
intitolato “Language Development Survey” e ha
individuato una lista di parole che un bambino dovrebbe conoscere e
utilizzare una volta compiuti i 2 anni d’età.
Mamma, papà, latte, cane e biscotto, sono alcune delle 25 parole più comuni che caratterizzano questa età, anche se l’elenco potrebbe essere ben più ricco e comprendere fino a circa 350 parole. Mediamente infatti si calcola che il bimbo usi almeno 150 parole. Non è il caso di allarmarsi se il bambino inizia a parlare più tardi; infatti, gli esperti affermano che anche persone considerate in seguito abili oratori a volte hanno imparato a parlare più tardi del normale.
Mamma, papà, latte, cane e biscotto, sono alcune delle 25 parole più comuni che caratterizzano questa età, anche se l’elenco potrebbe essere ben più ricco e comprendere fino a circa 350 parole. Mediamente infatti si calcola che il bimbo usi almeno 150 parole. Non è il caso di allarmarsi se il bambino inizia a parlare più tardi; infatti, gli esperti affermano che anche persone considerate in seguito abili oratori a volte hanno imparato a parlare più tardi del normale.
Qualora il bambino però mostrasse
gravi difficoltà a 2 anni e mezzo d’età, allora potrebbe
essere utile un incontro con un logopedista entro i 3 anni d’età.
Senza dubbio, un aspetto importantissimo è
l’insostituibile interazione tra bambino e genitori,
quella relazione comunicativa, ricca di emozioni, che è necessaria
per la fase dello sviluppo del linguaggio.
Fonti:
http://www.rcvr.org/agbd/8giorno/anno0104/linguaggio.htm Lo
sviluppo del linguaggio. Dr. Maria Teresa
Menegus
http://www.italiasalute.it/10853/Le-25-parole-che-contano-a-due-anni.html Le
25 parole che contano a due anni. Un bimbo a quest’età dovrebbe
conoscerle e utilizzarle. dr.ssa Anna Saito
Altre informazioni: