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venerdì 26 marzo 2010

L'Educazione - prima parte


I doveri dei genitori
Riportiamo un'interessante estratto dal libro "La cura Kneipp" a cura dell'Abate Sebastian Kneipp la cui prima edizione risale al primo ottobre 1886.
Il capitolo presentato si intitola "l'educazione".
Chi non sa che un buon campo produce buoni frutti e da un cattivo campo non ci si devono aspettare altro che frutti cattivi? La stessa regola vale anche per i genitori: se questi sono sani e vigorosi si può prevedere lo stesso per i loro figli, mentre se essi sono deboli e intristiti, per le più svariate cause, anche i loro nati saranno probabilmente malaticci e deboli.
I figli non portano solamente impressi nel volto i tratti dei genitori, ma somigliano loro anche nell'animo e ne ereditano le buone e le cattive qualità. Una madre che vive in modo corretto, che avverte la presenza di Dio in ogni momento della sua esistenza e ne segue i comandamenti è comprensibile che si attenda di ritrovare nei figli i suoi stessi sentimenti: i figli di norma ereditano infatti le buone come le cattive qualità dei genitori.
Sebastian Kneipp raccomanda dunque ai genitori di comportarsi in modo responsabile, di sviluppare ogni virtù, e di non lasciarsi fuorviare da nulla, né sopraffare da nessuna passione insana, affinché sia più facile per i figli individuare la via da seguire.
Il primo dovere pratico che ogni genitore ha nei confronti dei propri figli consiste nell'assicurare loro un'adeguata nutrizione.
IL LATTE MATERNO
Il latte materno è il primo insostituibile alimento di cui ogni neonato ha bisogno. Da esso il bambino trae tutte le sostanze che gli sono necessarie nei primi mesi di vita, e ogni madre deve rendersi conto che allattare i propri piccoli è un dovere importantissimo che non può venir tralasciato per motivi vani. Nei casi in cui dei problemi di salute impediscano l'allattamento al seno sarà necessario ricorrere al parere del medico, per trovare di volta in volta la soluzione più adeguata.
Di solito comunque i problemi alimentari incominciano solo quando giunge il momento dello svezzamento: è allora che ci si chiede quali sono gli alimenti più indicati ad aiutare i piccoli nella crescita.
LO SVEZZAMENTO
La risposta di Kneipp è chiara: i cibi preferibili sono i più semplici e sani, i meno raffinati, i più digeribili. Ottimi alimenti sono il caffè di ghiande e il caffè di malto, a cui si può unire il latte: sono infatti cibi economici e sani, che fanno prosperare e sono adatti anche a bambini molto piccoli.
Spesso i poveri nutrono meglio dei ricchi i bambini, perché scelgono cibi più semplici e meno raffinati. Nell'alimentazione dei bambini sono da scegliere alimenti nutrienti e facili da digerire, quali il latte, le zuppe di pane, le farinate, le minestre di patate, mentre sono evitare i cibi che eccitano o riscaldano.
Il parroco Kneipp è convinto che latte e farinacei siano i cibi migliori per i bambini, mentre guarda con sospetto la carne. Egli approva anche l'abitudine di nutrire i fanciulli con le farine integrali, e non teme che i cibi che ne derivano siano troppo rozzi e ordinari.
NIENTE ALCOLICI E POCO CAFFE
Reputa naturalmente che siano da abolire per i giovani tutti gli alcolici, mentre il normale caffè va limitato. Per quanto riguarda le porzioni è bene non eccedere, in quanto generalmente i bambini hanno un appetito robusto e, come si è già detto, quando affermano di aver mangiato abbastanza hanno già mangiato troppo. Quanto al fumo Kneipp ricorda che in giovane età l'assunzione di nicotina, il veleno presente nel tabacco, risulta più dannosa che in età avanzata; inoltre chi apprende a fumare in gioventù spesso contrae una vera e propria passione per il fumo.Alla cura dell'alimentazione segue quella della forma fisica; non va quindi dimenticato l'antico detto che recita: Mens sana in corpore sano.
Il corpo infatti esercita una grande influenza sullo spirito e se esso è fiacco anche lo spirito ne soffre: molte menti risultano deboli e poco sviluppate perché il corpo presenta uno sviluppo carente.
TEMPRARE IL CORPO DEI GIOVANI
È essenziale dunque abituare i giovani a irrobustire il corpo. Un ottimo mezzo per temprare l'organismo, e attutire l'eccessiva sensibilità è un veloce bagno freddo, oppure tiepido: una semplice immersione nell'acqua, della durata di uno o due secondi, da effettuare immediatamente dopo il bagno caldo.
Il parroco Kneipp, dopo aver osservato che è ormai consolidata l'abitudine, resa necessaria dall'amore per la pulizia, che i bambini facciano ogni giorno un bagno caldo, dice di non avere nulla contro una simile consuetudine, ma di temere che il bagno caldo renda molli i fanciulli. Egli invita gli adulti a fare, per circa due mesi, un bagno caldo quotidiano e a verificare su se stessi quale spossamento e debolezza essi inducano nell'organismo. Tali bagni rendono sensibili al punto di non essere più in grado di sopportare il freddo. Se dunque il bagnarsi quotidianamente nell'acqua calda risulta dannoso a un adulto, non dovrà rendere più deboli anche i bambini?
BAGNO FREDDO ANCHE PER I PIU' PICCOLI
Kneipp dice: "Non sono contrario al bagno caldo, purché non duri a lungo, né abbia una temperatura troppo alta: in tre minuti il bambino può essere pulito con l'acqua calda, poi deve iniziare l'indurimento. Appena tolto il piccolo dall'acqua calda lo si bagni con quella fredda per un paio di secondi in modo da togliergli tutto il calore superfluo. Per agire con maggior effetto si tenga presso il bagno caldo una tinozza d'acqua fredda e vi si immerga il bambino per un secondo. In tal modo si temprerà il piccolo e si allontanerà il calore in eccesso.
Certo inizialmente il bambino urlerà, ma non fa nulla; egli del resto grida anche nell'acqua calda e in breve tempo non presterà più attenzione all'acqua fredda. Un buon padre e una madre come si deve devono mostrare una certa fermezza d'azione e non lasciarsi commuovere da ogni sentimento. Se una madre giunge al punto di temere che la patria versi in pericolo se ella immerge il suo piccino nell'acqua fredda, può, nei primi giorni, mitigarne la temperatura, ma non attenda comunque troppo a lungo prima d'avvezzare il suo bambino all'acqua fresca".
Chi osserva il comportamento naturale dei fanciulli può del resto constatare che, non appena ne hanno l'occasione, si accostano all'acqua e vi sguazzano a lungo con grande piacere: vi si trovano tanto bene che a mala pena se ne distaccano. Se ciò non andasse loro a genio ne starebbero lontani. In simili casi è bene lasciarli fare: l'importante, quando tornano a casa inzuppati, è far loro indossare dei vestiti asciutti!
Un proverbio dice: «Quel che impara Giovannino lo farà anche Giovannone». I bambini che sono stati abituati da piccoli ad aver confidenza con l'acqua, e a non temerla, anche più tardi sapranno mantenersi sani temprando il loro corpo e non cadranno nelle insidie della mollezza.

sabato 20 marzo 2010

Genitori si puo' - L'esperienza di una mamma al terzo bimbo


In questo post, Chiara, una mamma che ormai e' al terzo bimbo, si confida raccontando qualcosa dei suoi tre splendidi figli e di come divenire genitori di puo'!
"Sara, quasi 2 anni.
Quante volte ho sentito dire "La terza viene su da sola!". Eh no, non è proprio così! Ogni figlio ha bisogno di te, papà e mamma, sempre, anche se in modi e tempi diversi e non importa se hai anche "altri" figli a cui pensare. Quel figlio non può risparmiarsi di chiederti tutto l'amore possibile, allo stesso modo degli altri.
Ora la piccola Sara ha conquistato un po' di autonomia, cammina, a suo modo riesce a fare le scale, parla e si fa comprendere, ma certo senza genitori non potrebbe stare.
Marta, 7 anni, secondo anno della scuola primaria, appassionata di ginnastica artistica, musica, femminilità. E' sveglia, brillante a scuola, pronta a sbalordire con le sue intuizioni. Ma è la secondogenita e sta cercando disperatamente di trovare il suo posto, che non è "essere la prima", e nemmeno "l'ultima". E' in mezzo e trovare l'equilibrio è molto difficoltoso. Le richieste di attenzione si tramutano in capricci peggiori di quelli che potrebbe fare la sorellina minore, o in pretese di autonomia ed indipendenza superiori a quelle del fratello maggiore. Mamma e papà non devono mai dimenticarlo. Il suo posto è quello più difficile da "vivere".
Francesco, 9 anni, quarto anno della scuola primaria, appassionato della vita, di tutto ciò che vede attorno a se, di basket, di figurine, di sassi e di amici. È il primogenito. Colui che ha trasformato per la prima volta la coppia di sposi in una coppia di genitori. A lui il gravoso compito di accompagnare mamma e papà nel labirinto dell'essere genitori. Il successo della sua impresa ha dato i suoi frutti.
Per comprendere cosa vuol dire diventare genitori, bisogna osservare i propri figli. I loro capricci, le loro risate, le loro litigate ci ricordano costantemente che ci sono e che hanno bisogno di noi. E' inutile nascondersi dietro le solite scuse del "Non ho tempo, ci sono cose ben più importanti che stare qui a giocare con te", un figlio ha si bisogno di mangiare, vestirsi con abiti puliti, vivere in una casa dignitosa. Ma senza amore è troppo difficile, non tutti ce la fanno.
Diventare genitori è una sfida, che richiede energie non indifferenti per poter essere affrontata con successo. Spesso tanti genitori si sentono soli in questo cammino, temono di essere gli unici a vivere determinate fatiche ed esperienze. Qualche volta si arriva ad un punto in cui non si sa più cosa fare, credendo di "averle provate tutte", ci si arrende, rischiando così di perdere credibilità nei confronti dei propri figli, ma soprattutto non riuscendo più ad essere un valido punto di riferimento per loro.
La capacità di rimettersi in discussione e soprattutto di provare a guardare le cose da un altro punto di vista sono un punto di partenza per "diventare genitori".
Si "è" genitori ogni volta che nasce un figlio, che si accoglie un bambino nella propria vita, ma diventare genitori non è così scontato ed immediato. Le difficoltà che si incontrano quotidianamente, a partire dai primi giorni di vita del bambino, ci impongono di modificare le nostre abitudini, per fare un po' di spazio a quella splendida creatura che è entrata nella nostra vita. Ed il cambiamento non sempre è facile da accettare, anche se magari lo si è sognato per tanto tempo.
In questi momenti è allora opportuno fermarsi e abbassarsi a guardare i propri figli negli occhi ricordandosi le parole di San Paolo Apostolo nella sua lettera ai Corinzi "l'amore tutto spera, tutto copre, tutto sopporta. L'amore non avrà mai fine".

mercoledì 17 marzo 2010

L'educazione dei figli: quando i genitori si separano

Una situazione di separazione in famiglia, sempre pi comune nelle famiglie italiane, nella quale il figlio vive con la mamma e il pap lo vede raramente, crea evidenti problemi educativi e sofferenze nei genitori. Spesso il pap vorrebbe affrontare questo tema con la ex-moglie ma spesso si finisce per litigare come quando ci si lasciati e tutto sembra molto difficile.
La societ in cui viviamo segnata dalla "tragedia" delle separazioni che a volte si rendono necessarie per svariati motivi. I genitori separati sono costretti a vivere situazioni di litigio, sfrustazione e sofferenza. Come risolverli alla luce del benessere educativo del figlio?
Maddalena Petrillo Triggiano ne parla in un articolo: "Tale situazione di disunit fa s che figli abbiano con i genitori un rapporto che non pu contare sulla loro unit di coppia. I bambini hanno bisogno di un codice materno e di un codice paterno: una vasta letteratura psicologica e pedagogica conferma la realt naturale della famiglia: si deve cercare dunque, anche nella realt dolorosa della separazione, di ricreare questa possibilit. In genere, uno dei due genitori compie uno sforzo maggiore dell'altro per andare incontro all'ex coniuge e riallacciare un dialogo sui figli. A volte a prezzo di un vero e proprio eroismo, tanta la resistenza che l'altro oppone. Quello dei due che si sottrae al dialogo spesso lo fa perch teme di esserne condizionato. Pu trattarsi di una superficiale smania di libert, ma pu anche essere una ricaduta nel presente di un intenso conflitto del passato."
E' indubbio che un percorso di psicoterapia dei due coniugi potrebbe dare la luce sul passato, mettendo in evidenza le dinamiche psicologiche presenti, allentando le tensioni per potersi aprire pi serenamente al dialogo. Contemporaneamente auspicabile un atteggiamento di apertura e di amore verso l'altro che, assieme a uno spirito risanato dal perdono, potrebbe ridare ai figli quella serenit e sostegno necessario alla loro sana crescita psicologica.
L'intervento di Maddalena Petrillo Triggiano tratto da Citt Nuova, n. 4 - 25.02.2008, pp 36-37