Informazioni personali

La mia foto
AZUR è presente e attiva sul mercato da più di 35 anni. Situata tra le verdi vallate del Chianti, è una tra le maggiori aziende in Italia nel campo degli arredi per la Prima Infanzia. Realizzare cose belle, utili, che possano essere funzionali alle esigenze delle mamme e accogliere, in piena sicurezza e in grande armonia, i primi passi del bambino è la nostra mission. Creatività, artigianalità, amore per il bello. AZUR in questi anni ha raccolto le sfide di un mercato in continua evoluzione ed è cresciuta rinnovandosi continuamente e creando sempre nuove linee di prodotti. I prodotti a marchio AZUR e il “segreto” che li anima sono a disposizione nei 600 punti vendita sparsi sull’intero territorio nazionale. AZUR distribuisce i prodotti a marchio BEABA e BEBECAR sul territorio nazionale.

sabato 30 luglio 2011

La genitorialità


Nel precedente post abbiamo accennato al concetto di “genitorialità”. Vediamo un po' di capire che cosa rappresenta.
Di certo, in questa sede non potremo esaurire tutti i suoi significati e le tematiche connesse. La nostra non è una pretesa di completezza né tantomeno vogliamo fare didattica spicciola. L’unica volontà è quella di affrontare argomenti utili alle mamme e ai papà che ci seguono, fornire spunti di riflessione e approfondimento, ma soprattutto, affrontare assieme il ruolo di genitori in modo consapevole e sereno.

Così come si evolve il ruolo del genitore, si evolve negli anni il concetto di genitorialità, trovando nuove ramificazioni e spessori a seconda dell’ambito in cui viene applicato (psicologia, psicodinamica, psicopedagogia, ricerca clinica, dinamiche psicosociali e così via).
Da un punti di vista “formativo” e quindi psicopedagogico, la genitorialità rappresenta il «continuo apprendistato per imparare l'arte di essere genitori» (Gianluigi Visentini, Definizione e funzioni della genitorialità). Questo approccio vede il ruolo del genitore come un processo dinamico attraverso il quale si impara a prendersi cura del figlio e a rispondere ai suoi bisogni, sempre diversi a seconda della fase evolutiva. Naturalmente, ciò non fa che riattivare bisogni ed angosce che fanno parte della propria storia evolutiva, proprio perché la crescita umana è fatta di stadi che si ripetono nel corso della vita.
Da un punto di vista prettamente psicologico, si può dire che la genitorialità sia una parte fondante della personalità di ciascuno: uno “spazio psicodinamico” che inizia a formarsi nell'infanzia quando a poco a poco interiorizziamo i comportamenti, i messaggi verbali e non-verbali, le aspettative, i desideri, le fantasie dei nostri genitori.
Dal punto di vista della crescita evolutiva -come scrive Visentini citando Erikson - uno degli stadi della persona è la genitorialità (o generatività) ed esso rappresenta il passaggio dal legame di attaccamento con i propri genitori (”essere oggetto di cura”) a quello nei confronti del partner (reciprocità intesa come “mi prendo cura di te come tu ti prendi cura di me”) per giungere, infine, al realizzarsi di una nuova modalità unidirezionale in senso inverso, ovvero il generare una nuova vita di cui prendersi cura (“mi prenderò sempre cura di te, figlio, qualsiasi persona tu sarai”). Appare chiaro come la genitorialità non comprenda solo gli aspetti individuali e della personalità, ma anche gli aspetti di coppia e quindi della relazione tra i partner che condividono il ruolo genitoriale. «E' il legame di coppia che rappresenta lo snodo del passaggio da “oggetto di cura” a “caregiver”».
Come ogni stadio evolutivo della crescita, anche la genitorialità – forse il momento evolutivo più maturo dal punto di vista psicologico, affettivo e relazionale – è accompagnato da difficoltà, contraddizioni, ricerche, crisi, integrazioni. Quindi lo “spaesamento” nel diventare genitori è normale e sano, anche perché non si tratta di qualcosa di innato (quale può essere invece l’istinto materno e paterno), piuttosto, quella della genitorialità è una “funzione” composta da tante altre sub-funzioni alla quale mettersi al servizio in modo consapevole e responsabile. Il primo aspetto da riconoscere è che nostro figlio non è un oggetto di cura bensì è un Soggetto in Creazione (dott.ssa Maria Marcella Cingolani, La Genitorialità) che va rispettato nel suo percorso di crescita. La presenza responsabile del genitore, secondo questo approccio, non è né impositiva né lassista, bensì propositiva ed accogliente, «una presenza in grado di ascoltare, in grado di dialogare, in grado di dare il giusto valore a quel tempo che ad ogni figlio è necessario e vitale per cercarsi, per trovarsi, per costruirsi».  
In conclusione,  comprendiamo come non si possa essere genitori sempre allo stesso modo perché, a seconda dell’età dei figli, è necessario assolvere compiti differenti e adottare/adattare le proprie modalità comunicative ed interattive. Lo “stile educativo” va rivisitato con dinamicità (dott.ssa Laura Tullio, Cos’è la genitorialità?).
Un caro saluto a tutti i nostri “Apprendisti Mamma e Papà”!
Al prossimo aggiornamento.

Fonti

martedì 12 luglio 2011

Dalla genitorialità ai nuovi legami nel web - Parte I

«Sono Martina e sono diventata mamma da 3 settimane. È un'esperienza meravigliosa che ti fa perdere ogni controllo, ti emoziona, ti rattrista, ti rende felice e ti fa mettere in discussione ogni minuto che passa vicino al tuo piccolo. È scoperta e tante volte anche pianto. Non avrei mai immaginato fosse così profonda e unica.»

Qui, tra le "pagine" del blog Azur e in quasi due anni di attività, abbiamo condiviso esperienze di genitori e di neomamme, approfondito temi come l’educazione, il rapporto con il bambino e le nostre relazioni nella società. Oggi pubblichiamo le parole di Martina, che ci ha scritto su Facebook, per farle un grande "in bocca al lupo" per la nuova avventura e, approfittando del suo pensiero, per affrontare un tema variegato e variopinto come la genitorialità. Voi direte: l'ennesimo parolone, sicuramente frutto di qualche teoria psicologica, che ha forse l'intento di schematizzare un'esperienza che in nessun modo può essere schematizzata. Perché l'essere genitori è unico, personalissimo, intimo, sempre diverso, ingiudicabile.

Eppure abbiamo bisogno di definizioni, di regole e di consigli. Abbiamo bisogno degli Altri. E non bastano più il "parentado" (che anzi - più di qualcuno sarà d'accordo - spesso ci confonde!), il pediatra, l'educatrice del nido… e non bastano più i nostri amici di sempre… magari quell'amica con cui prima uscivamo ogni fine settimana, ma ora che è nato il nostro bambino, non sempre comprende che le esigenze della famiglia sono cambiate. Ecco che si affaccia sulla scena un nuovo personaggio: è Internet. 

La neomamma o il neopapà tra una poppata e l'altra, tra un sonnellino e una passeggiata, hanno il computer acceso e una connessione a Internet senza limiti e magari, senza nemmeno rendersene conto, hanno creato una nuova Rete di Legami.  Infatti il Web è il mezzo più veloce per avere informazioni sulla salute del bambino, per trovare nuove ricette e idee per la pappa in una giornata in cui "non si sa più che pesce pigliare", per sapere qual è il punto vendita più vicino a casa per comprare quel meraviglioso biberon o il simpaticissimo giocattolo di cui parla un'altra mamma nel suo blog. Nel frattempo, possiamo chattare con l'amica su Facebook e sfogarci per i capricci del bimbo, pubblicare e condividere le foto che gli abbiamo appena scattato… perché era veramente troppo buffo con quel "ghigno lamentino"… e accedere a Youtube per fargli sentire la canzone di Shakira che – incredibile ma vero – gli fa tornare la voglia di scatenarsi per casa!
Una vita da neogenitori condivisa e che si evolve assieme a quella degli Altri che sono come Noi e sanno quello che stiamo pensando o provando di fronte ad una piccola grande difficoltà quotidiana. Probabilmente, quell'amico "virtuale" su Facebook, lontano fisicamente ma vicino con la sua esperienza potrà darci un consiglio, spassionato, slegato da un "ruolo", amichevole, senza giudizio. 

Certamente, è una questione di scelte. Non è detto che questa "formula" vada bene a tutti, anzi, c'è chi con delle buone ragioni considererà più sani i legami tradizionali credendo che lo spazio virtuale porti ad un certo "isolamento". Oppure chi diffida delle informazioni facili che si trovano nella Rete e della medicina "fai da te". Di sicuro anche i nuovi legami nel Web sono una realtà del presente, una realtà dinamica, in perenne rinnovamento e crescita, con i suoi pro e contro. 
Voi che cosa ne pensate?

Ci aggiorniamo, alla prossima riflessione …

Buona settimana!
Angelica