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sabato 3 aprile 2010

La separazione nel matrimonio: soluzione o ripiego?


Carissimi lettori del Blog Azur,
in questo intervento vi proponiamo un tema che riguarda, non solo i bambini, ma la coppia nel suo legame matrimoniale. Lo spunto viene dalla domanda di una lettrice della rivista Città Nuova che in una sua lettera così scrive alla redazione:"Io e mio marito discutiamo spesso davanti ai nostri figli piccoli e tante volte non riusciamo a capirci. Ognuno dei due resta sulle sue e poi si sfoga con parenti e amici. Più di una collega mi ha detto: "Ma chi te lo fa fare di sopportarlo? Se ti separi i figli soffrono meno e ci guadagni pure economicamente!" Sono combattuta tra tanti sentimenti."
La risposta è di Letizia Grita Magri.
Nella mentalità corrente, affrontare le difficoltà e gli imprevisti della vita di coppia è una battaglia persa. Chi oggi è coniugato o chi si prepara al matrimonio percepisce la possibilità di separazione e di divorzio come una conquista sociale, un sacrosanto diritto individuale. Ci sono situazioni gravi di conflitto familiare che suggeriscono rimedi estremi; ma quello che è svuotato di senso è il valore del legame tra due persone che almeno una volta si sono scelte e magari hanno dato la vita ad altre creature. Si dice: che senso ha continuare a litigare ogni mattina per le solite incomprensioni? E perché dovrei continuare ad aspettare che si decida a condividere gli impegni della casa e dei figli? É se lui (o lei) non mi piace più, perché non accettare le proposte di quel collega (o quella collega) che mi stima tanto?
È la ricerca assoluta della propria realizzazione, senza l'ostacolo delle aspettative e delle pretese di nessun altro; come se la natura umana, orientata alla relazione, non si realizzasse proprio nella costruzione di un "noi", che si esprime prima di tutto nel rapporto tra marito e moglie. Il ridimensionamento delle proprie ragioni, la valutazione ragionevole di eventuali cause oggettive (lavoro?) o soggettive (salute?), il realismo di fronte all'infatuazione per quell'altro/a, l'aiuto di persone o coppie esperte e competenti, possono essere passi necessari a recuperare stima reciproca e voglia di ricominciare.
Si dice anche: per i figli è meglio una buona separazione che un cattivo matrimonio. Purtroppo l'esperienza professionale di psicologi e matrimonialisti dimostra che la ferita della separazione dei genitori produce gravi danni.
Mi domando piuttosto: se i figli sperimentano che, nonostante le incomprensioni di cui sono testimoni, è ancora possibile il dialogo, il rispetto, l'ascolto delle ragioni dell'altro, non sarà che maturano una certa speranza che c'è un futuro da costruire? E poi, non illudiamoci: capita in tutte le migliori famiglie il momento di crisi, di delusione, di incomunicabilità. Mi racconta Marina, sposata da trent'anni: "Quando mio marito è andato in pensione, stava a casa tutto il giorno e mi sono trovata a litigare con lui per l'uso dell'unico computer di casa. "Ma devi proprio starci tutto questo tempo?" gli dicevo. Ho dovuto fare uno sforzo per smettere di giudicarlo. Alla fine abbiamo affrontato e risolto insieme il problema. Da allora condividiamo anche l'impegno come volontari in una onlus".
Quando nella coppia si cerca la via del dialogo, anche se lì per lì sembra di rimetterci, alla fine si scopre che tutti ci hanno guadagnato.
Tratto da Città Nuova n. 22 - 25.11.2008 www.cittanuova.it

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