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giovedì 31 maggio 2012

Allattamento: "il cuore ha le sue ragioni"

A qualche settimana di distanza dalla XIII Giornata dell’Allattamento Materno promossa dalla Leche Legue, vediamo insieme quali sono i principi su cui si fonda la missione di questa associazione di volontariato e tocchiamo alcuni aspetti sociali legati all’esperienza dell’allattamento.
Innanzitutto, si considera l’allattamento come il modo più naturale ed efficace per la madre di capire e soddisfare i bisogni del bambino. Il necessario contatto e lo “stare assieme” permettono a mamma e bebè di stabilire una buona relazione e, da un punto di vista fisico, consentono la produzione del latte materno. Quest’ultimo è in assoluto il miglior nutrimento per il neonato, almeno fino ai primi sei mesi di vita. Idealmente, sarà il bambino stesso a non manifestare più il suo bisogno di essere allattato.
Sembra che la condizione durante il parto, quindi uno stato consapevole e attivo della madre in quel momento, influisca sul positivo avvio dell’esperienza dell’allattamento. Inoltre, è fondamentale l’appoggio e l’aiuto del padre il cui speciale rapporto con madre e figlio fa sì che si rafforzino i legami. Infine, è bene ricordare l’importanza di una buona alimentazione da parte della mamma. 

«L’allattamento materno è la fonte naturale di nutrimento e di sicurezza per il tuo bambino; per molte madri è il completamento della propria natura di donna». [L’arte dell’allattamento materno, La Leche Legue, seconda edizone italiana, 2005].
Molte donne in dolce attesa si chiedono “Potrò allattare?”. In tempi recenti, nella nostra società, si è insinuata l’idea che non tutte le mamme abbiano le “risorse” per nutrire il bambino con il proprio latte. Al contrario, l’incapacità reale di produrre latte è rarissima. Eventuali difficoltà possono sopraggiungere a causa di circostanze vissute e dipendono piuttosto dall’efficienza del meccanismo stesso dell’allattamento in quanto la produzione di latte si adegua alle necessità.
Insomma, più si conosce la lattazione umana più ci si rende conto che i problemi riscontrati spesso derivano dall’assenza di informazioni corrette su come gestire bene l’allattamento e dalla mancanza di una cultura a suo sostegno.
I modelli proposti dalla società possono confondere i neogenitori e possono essere distanti dalle loro personali aspettative ed intuizioni. Così, le frequenti pressioni sociali possono rendere difficile un’esperienza magnifica e naturale come quella dell’allattamento.
Per quanto riguarda, ad esempio, la famiglia d’origine va considerato che la nascita di un bambino apporta dei cambiamenti per tutti i componenti della famiglia. È una fase delicata che richiede maturazione da parte di tutti i membri della famiglia, sia quella nuova sia quella d’origine, al fine di evitare che il confronto tra esperienze diverse si trasformi in dubbio o in conflitto anziché diventare un momento di arricchimento e crescita.
Ogni mamma, ogni genitore deve poter ricercare il proprio modo di essere genitore. «Chi sceglie l’allattamento a richiesta, lo svezzamento libero, il seguire i bisogni e i ritmi del bambino, deve rinunciare a priori a seguire un modello prestabilito di comportamento, basato sui luoghi comuni, uguali per tutti, che la società propone come modelli genitoriali». [L’arte dell’allattamento materno, ibid., p. 94]
L’amore e il rispetto per se stessi e per il bimbo non possono che rendere semplici e meravigliose le cure durante la primissima fase dell’infanzia.

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